(di Antonella Putignano) Qualche giorno fa la danza, anzi direi la Storia della Danza, ha perso una luce del firmamento. Si è spento, infatti, Philip Beamish, nato a Melbourne nel 1956. Beamish è stato danzatore prima e poi rivoluzionario e indispensabile Maestro di fama mondiale di grandi stelle, come Alessandra Ferri, e di compagnie di balletto internazionali.

Personalmente, e questo è un dettaglio biografico che eviterei ma che qui è utile al ricordo, ho avuto la fortuna di studiare con lui nel periodo in cui ho frequentato l’Aterballetto giovani, a Reggio Emilia, sotto la guida storica di Amedeo Amodio.

Beamish era un insegnante rigoroso e attento, capace di mettere insieme la logica quasi aritmetica della tecnica e la passione più creativa. Il metodo da lui elaborato, la Beamish Bodymind Balancing, era quasi una bibbia adatta e adattabile a tutti i tipi di danzatori.

Con la scomparsa qualche giorno prima di Elisabetta Terabust, e poi di Philip Beamish, il balletto perde un significativo passo a due.