In prima visione su Raiuno dal 26 ottobre alle 21.25, Sirene è una fiction dal sapore inedito per il prime time dell’ammiraglia Rai. Si tratta infatti di una serie, sei puntate da cento minuti ciascuna, in cui la componente fantasy si mescola a un approccio più realistico, per una commistione di generi che è raro vedere su queste frequenze. Il risultato è una commedia fantastica nella quale tutti gli elementi – la favola, il sentimento, l’ironia – si combinano alla perfezione.

La storia prende le mosse dal giorno in cui le sirene sbarcano sulla terra per dare un futuro alla loro specie. Vorrebbero incantare gli uomini che incontrano e invece sono loro a restare conquistate dalla passionalità dei maschi napoletani. Perché Yara, le sue sorelle Irene e Daria e la loro madre Marica (nella foto) è nel Golfo di Napoli che hanno deciso di approdare. Visto che i tritoni sono quasi estinti e che loro non possono più riprodursi, quando l’ultimo maschio della specie si rifugia sulla terraferma, le sirene decidono di andarlo a cercare…

A dirigere la fiction, nata da un’idea di Ivan Cotroneo, è Davide Marengo, già regista, tra gli altri, dei film Notturno bus e Un fidanzato per mia moglie e delle serie tv Il commissario Manara e Boris 3. In occasione della presentazione di Sirene alla stampa, Davide ci racconta come è nata la sua collaborazione per dirigere la serie.

«Mi hanno voluto sia Cotroneo che il produttore Rosario Rinaldo. Mi hanno chiamato per un incontro, mi hanno fatto leggere la loro prima idea, che ho trovato geniale, e quindi hanno pensato che fossi il regista adatto per dirigerla. È stato un privilegio per me».

Evidentemente apprezzavano i tuoi lavori precedenti, sia per il cinema che per la televisione.

«Volevano dare un approccio realistico, non favolistico, alla storia. Questo aspetto permane, ma fin dal loro sbarco a Napoli, le quattro Sirene, mamma e tre figlie, appaiono come i componenti di una famiglia con problematiche reali e universali».

La componente fantasy, per la Rai in generale e per Raiuno in particolare, è un inedito assoluto in prima serata.

«Questa era una delle sfide. Sono grato a Cotroneo e Rinaldo anche per questo: fare una scelta così anomala ha i suoi rischi».

A cosa è dovuto il fatto di ambientare la storia a Napoli?

«Oltre a essere una città magica, Napoli è la città delle sirene. Partenope nella leggenda è la sirena che ha dato origine alla città. Ivan ha avuto l’idea di omaggiare la sua città con questa splendida storia».

In qualche modo, il vostro Sirene mi fa pensare al recente film d’animazione Gatta Cenerentola, forse per l’aspetto favolistico. Anche quello è ambientato nel Golfo di Napoli…

«La stessa società che ha realizzato Gatta Cenerentola ha fatto per noi un cortometraggio che si vede all’interno della prima puntata e anche quello, un disegno animato inserito in una serie, è un assoluto inedito per Raiuno in prima serata. La società è la Mad Entertainment di Luciano Stella».

Per Sirene vi siete ispirati in qualche modo a Splash, una sirena a Manhattan, film del 1984 diretto da Ron Howard?

«E certo, Splash è un riferimento per tutti, anche per Ivan».

Dopo Sirene, cos’altro bolle in pentola?

«Ho appena finito di girare, sempre per la Cross Production, Il cacciatore, una serie tv sul magistrato antimafia Alfonso Sabella. Nel ruolo del protagonista c’è Francesco Montanari e l’ho codiretta con Stefano Lodovichi. Sono dodici puntate e ne abbiamo girate sei a testa».

Quando andrà in onda?

«Si pensa entro marzo su Raidue».

Per il cinema che cosa hai programma?

«Ho tante idee, ora vediamo come si sviluppano».