Dal 25 ottobre, fino al 5 novembre, Bologna ospita l’edizione numero 15 del Gender Bender Festival, evento prodotto dal Cassero, il centro lgbt felsineo che da trentacinque anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere.
Ideato e diretto sin dalla sua prima edizione da Daniele Del Pozzo, Gender Bender rappresenta una delle vetrine internazionali più interessanti nel campo della danza, del cinema, della arti visive e performative e della cultura in generale, offrendo uno sguardo approfondito e particolare sulle differenze di genere, sulle identità e su come i tessuti sociali se ne fanno carico.
La nuova edizione coniuga un’ampia offerta di film, incontri e spettacoli con una sezione importante, ormai consolidata, di proposte formative, che trasformano il festival in un’esperienza attiva e coinvolgente, in grado di concretizzare il suo lascito di competenze, idee, innovazione. Laboratori per il pubblico, per guidarlo nella visione degli spettacoli ma anche per trasformarlo da spettatore a protagonista della danza. E poi workshop per adolescenti, insegnanti, danzatori professionisti, gente comune. Per prendere confidenza col proprio corpo e con quello degli altri, e per conoscere anche corpi non conformi, con diversi abilità ma analoghi desideri.
Tra i numerosi titoli che compongono la sezione Danza del programma, spiccano i virtuosismi ironici e inaspettati dei corpi di Silvia Gribaudi, le esplorazioni sensoriali di Igor & Moreno, le ricerche sul femminile di Andreas Constantinou, i rimandi alla lotta greco-romana di Carlos Pons Guerra. Per la prima volta arriva a Gender Bender la genialità indomita di Liz Aggiss, ultrasessantenne performer britannica, icona della danza e del femminismo, mentre tornano sui palcoscenici del festival gli straordinari danzatori della compagnia ceca Dot504, che dopo aver presentato due anni fa a Bologna il loro studio della violenza, questa volta presentano un lavoro sull’abbandono e sulla perdita. Torna anche il Balletto di Roma, che per l’edizione 2017 del festival affida a tre giovani coreografe – Giorgia Nardin, Chiara Frigo e Francesca Pennini – altrettante opportunità creative nella dimensione di una compagnia di danza. Riflette invece in maniera divertita sul folklore e sulle tradizioni il lavoro che porterà in scena Simon Mayer mentre Dana Michel presenterà il suo ritratto coreografico di un personaggio che vive ai margini. E ancora: si muove alla scoperta della carica erotica della danza l’opera di Matthew Rogers e Chris Leuenberger mentre Floor Robert attraversa, con il movimento, il mondo dell’infanzia.
Nella sezione Cinema da non perdere i ritratti dedicati a Emily Dickinson e Morrisey attraverso i lungometraggi di Mark Gill e Terence Davies, quest’ultimo pluripremiato regista che presenterà la pellicola A quiet passion interpretata da Cinthya Nixon. La grande Fanny Ardant veste sul grande schermo i panni di una transessuale musulmana in Lola Pater, il film dell’algerino Nadir Moknèche Occhi puntati anche su After Louie, la pellicola di Vincent Gagliostro che esplora le contraddizioni generazionali della comunità LGBT sullo sfondo della lotta contro l’Aids. Parla sempre di Aids, ma con il linguaggio della commedia, Pushing Dead, il film dell’americano Tom E. Brown. Sono invece le famiglie contemporanee le protagoniste di Signature Move, la commedia esilarante di Jennifer Reeeder. Infine due vicende emblematiche sono al centro delle pellicole non fiction di Nada Mezni Hafaiedh e Jonas Poher Rasmussen: nella prima – intitolata Upon the Shadow – si raccontano la quotidianità e le relazioni di Amina Sboui, ex Femen tunisina; nella seconda – What he did – si ricostruisce il racconto dell’omicidio di Christian Kampmann, avvenuto nel 1988 per mano del compagno Michael Schau.
Nella sezione Conversazioni e lectio magistralis diverse importanti presenze, a partire da quella di Selene Zorzi, teologa ed ex benedettina, autrice del volume dal titolo Il genere di Dio, la Chiesa e la teologia alla prova del gender, passando per Giovanna Zapperi che ha ricostruito nel libro Carla Lonzi. Un’arte della vita la radicale creatività del femminismo italiano degli anni ’70. In programma anche gli incontri con Walter Siti, tra i più celebrati autori della letteratura contemporanea, con Giulia Gianni, blogger che ha catturato l’attenzione pubblica con il racconto autobiografico e scanzonato della quotidianità di una coppia di donne lesbiche, e con Julie Maroh, autrice francese di graphic novel.