La Palma d’oro della settantesima edizione del Festival di Cannes è stata una sorpresa. Quando tutti davano per sicuro vincente il film di Robin Campillo 120 battements par minute, con cui il regista francese ha ricordato il movimento gay contro l’Aids nella Francia anni ‘90, ad aggiudicarsi il premio più importante è stato The Square dello svedese Ruben Ostlund. Il film di Campillo si è dovuto accontentare del Grand Prix. La miglior regia invece è stata considerata quella di Sofia Coppola per L’inganno.

Diane Kruger ha vinto il premio per la migliore attrice con In the fade di Fatih Akin, miglior attore è risultato Joaquin Phoenix per You were never really here di Lynne Ramsay. Per la sceneggiatura, hanno vinto ex aequo Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou per The Killing of a Sacred Deer e Lynne Ramsay per You were never really here.

Il Premio della Giuria è andato a Loveless del russo Andrey Zvyagintsev, mentre un premio speciale è stato assegnato a Nicole Kidman, presente sulla Croisette in ben quattro film.

Anche il cinema italiano è stato premiato con il riconoscimento quale migliore attrice della sezione Un certain regard a Jasmine Trinca (nella foto), protagonista di Fortunata di Sergio Castellitto. L’attrice ha dedicato il premio «alle donne che sono portatrici di vita, a mia madre che mi ha insegnato l’integrità di Fortunata e a mia figlia che ha otto anni come la figlia di Fortunata e che stamattina si è messa a piangere e protestare perché non ero con lei stasera. Ma devo molto a Sergio e Margaret», ha aggiunto «che mi hanno affidato la loro creatura, che si sono fidati di me».