Introdotto dal nostro direttore Renato Marengo e dal maestro Paolo Troncon, il film 1.200 km di bellezza, diretto da Italo Moscati, approda a Chez Donella, salotto culturale e laboratorio musicale fondato da Donella Del Monaco a Treviso. L’appuntamento è alle 17.00 di domenica 5 febbraio.
In un momento così difficile per il nostro Paese, che quotidianamente è scosso da catastrofi ambientali e danni al patrimonio artistico, Chez Donella propone un incontro-dibattito sulla consapevolezza di quanta bellezza possediamo e che dovremmo proteggere.
In programma, quindi, un incontro eccezionale con Italo Moscati, autore del documentario 1.200 km di bellezza, prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà. Un affresco visivo del nostro Paese, lungo 1.200 chilometri, che risale l’Italia da Sud a Nord, in un viaggio di volti e paesaggi nel nome delle arti attraverso i documenti concessi dall’archivio dell’Istituto Luce, fondato nel 1924.
Dopo la proiezione del filmato, l’on. Serena Pellegrino presenterà la proposta di legge inerente al riconoscimento della bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale e per questo da inserirsi nel primo articolo della Costituzione. La serata continuerà con un dibattito sul tema del valore della bellezza.
Il film di Moscati racconta un viaggio nella Penisola attraverso scenari, arte, lavoro, panorami, grandi personaggi ed eventi storici, ed è stato girato a partire dai preziosi documenti d’archivio dell’Istituto Luce innestandoli anche in riprese nuove e originali.
Il racconto che accompagna le immagini, si richiama o cita esplicitamente i diari di grandi viaggiatori: Stendhal, Goethe, Mark Twain, Mary Shelley, Giovanni Comisso, Dino Buzzati, Carlo Emilio Gadda e tanti altri.
Il direttore di Cinecorriere, Renato Marengo, ha chiesto a Italo Moscati di raccontargli come è nata l’idea di 1.200 km di bellezza, un film sulle vere bellezze dell’Italia, bellezze da visitare, da ammirare ma soprattutto da salvare.
Italo, questo film esce proprio in questo momento così drammatico per il nostro territorio e fissa immagini di grandi bellezze artistiche, paesaggistiche e monumentali che i recentissimi drammatici cataclismi stanno mettendo seriamente a rischio.
Accendi la tv, qualunque canale, e trovi un’Italia che gronda acqua, in cui cadono le colline e le montagne, si sfarinano le strade, piangono di dolore i posti d’arte abbandonati e poco rispettati, languono le periferie costruite anni fa nella bruttezza (le borgate “de Roma”, ma anche di Milano, Genova, Torino). In accordo con Cinecittà Luce, col produttore Roberto Cicutto alla sua guida, ho girato 1.200 km di bellezza, un film di 75’, recuperando i documenti raccolti in novant’anni dal Luce e rivisitandoli con nuove riprese con tecniche di qualità, e con un montaggio teso a fare spettacolo di uno spettacolo che attendeva di essere svegliato.
Ma 1200 km di bellezza è molto più di un documentario, è un vero e proprio racconto di luoghi, persone, di bellezze naturali e artistiche, di un’Italia che forse proprio noi italiani conosciamo poco.
Il grande spettacolo che celebri registi come Orson Welles (Otello), Luchino Visconti (Il gattopard”), Alessando Blasetti (La cena delle beffe), Augusto Genina (Cielo sulla palude) e tanti altri hanno realizzato andando sui luoghi o ricostruendoli. Le epoche del gran tour dei ricchi e dei nobili, degli artisti e degli scrittori. Oggi, con 1.200 km di bellezza, il gran tour lo possiamo fare anche noi con le immagini che abbiamo selezionato, ripreso, rimontato, musicato. II film è pronto e comincerà a camminare, andrà dovunque, com’è nei piani del Luce, una tappa fra le prime sarà a Catania, dato che il viaggio di 1.200 km parte da una immagine dei primi anni del Novecento: giovani libici guardano, o meglio puntano gli occhi verso la Sicilia, la grande isola che oggi è meta di barconi, in acque bellissime seminate purtroppo di migranti che perdono la vita, mentre speravano in una terra capace di accoglierli, portarli in mondo più giusto.
Cosa si vede nel film?
Milleduecento chilometri, quanto è lunga l’Italia, dalle montagne del Nord al mare del Sud. Dal bianco della neve all’azzurro del mare. Il film comincia dal Sud, approdo di gente che continua a raggiungere l’Italia, con negli occhi la ricerca di un destino, una ricerca fra speranza e tragedia, come documenta la cronaca. Il film guarda l’Italia con sguardi verso il passato, mostrando l’attesa e le premesse di un futuro, un ritorno alla Bellezza. Racconta l’immaginario viaggio nella Penisola realizzato con i documenti dell’Istituto Luce in cui compare un’Italia dagli anni Venti ad anni vicini a noi. Un’Italia articolata, bellissima, fatta di diverse forme di Bellezza, in un territorio sottile e lungo che presenta caratteristiche particolari per ogni regione dalla Valle d’Aosta e dal Friuli Venezia Giulia, dalla Toscana al Lazio, dalla Campania alla Sicilia e così via. Storia del territorio, del paesaggi, vita della gente e arte si mescolano da sempre. Campagne e città sono cariche di storie, d’arte e di musica d’ogni tipo. Lo spettacolo della natura s’intreccia con lo spettacolo del lavoro e della creatività italiana, aperta al mondo, amata e visitata dal mondo.
Il film sta girando l’Italia, non solo nel corso di incontri e convegni, ma viene proiettato con successo in molte sale. È una delle prime volte che una produzione dell’Istituto Luce viene visto da così tanti spettatori. Quali sono le sue caratteristiche?
Il film racconta un viaggio che non è immaginario, è realizzato con documenti, ma anche suggerito con citazioni. Ad esempio, i mezzi di trasporto che sono cambiati nel corso del secolo scorso, il Novecento; dal carro alla bicicletta, alle auto, agli aerei ma soprattutto ai treni. Il viaggio è accompagnato da una colonna sonora che prende spunti da ogni forma di musica: canzoni, folcloristica, classica, operistica di autori ed esecuzioni italiane, fino ai cantautori.
Il viaggio ha qualche momento di apertura verso il cinema italiano che nei suoi film ha presentato più volte i modi e le storie del viaggiare, poche e brevi scene ricavate dai cinegiornali del Luce. Il viaggio attinge anche a inedite fotografie del Luce, illuminanti, per la qualità, il significato e gli aspetti storici. Il racconto, che ho scritto, accompagna le immagini, integrato con i testi originali. Il racconto è composto come una vera e propria “sinfonia”, con l’uso dei sonori dei filmati e comunque suoni, parole (brevi citazioni poetiche) e rumori d’ambiente, dal vero e dal concreto. Milleduecento chilometri in cui è possibile rappresentare in sintesi evocativa un piccolo “grand tour-spettacolo” nuovo rispetto agli spettacoli che l’Italia offriva, e offre ancora, grazie alla natura, alle risorse della storia e dell’arte, della volontà di progresso e delle aspettative dei suoi abitanti.
Un documentario dove oltre ai luoghi appaiono anche persone, quindi.
I suoi abitanti, ecco un punto importante. Nel viaggio non si vedono solo monti, campi, paesi e città ma si vedono gli abitanti, con i loro usi e costumi, i riti, le lingue, i dialetti, e naturalmente la lingua italiana in continuo divenire. La ricerca va cominciata subito. In tutti i sensi qui indicati.
Dopo un film come La grande bellezza di Paolo Sorrentino dedicato a Roma, un film sulla vera bellezza italiana. Come mai ti è venuto in mente questo titolo?
Il titolo del film è ispirato a una frase del poeta Vittorio Sereni, allievo e amico di Giuseppe Ungaretti, morto nel 1983, inserita in uno dei suoi libri pubblicati da Einaudi: “L’Italia una sterminata domenica”, una frase che prosegue toccando il grande tema della Bellezza di un territorio pieno di sorprese. Per un unico viaggio sulle orme della Bellezza “sterminata” che si affaccia nelle Immagini del Luce; e che da tempo ha sofferto e continua a soffrire.