Inaugurata il 18 dicembre scorso, la mostra curata da Giorgio De Finis e dedicata a Pablo Echaurren, ospitata nella sala Orsini di Palazzo Chigi a Formello, resterà aperta fino al 6 gennaio.

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Il percorso raccoglie alcuni dei lavori dedicati ai ”mohicani romani”, «una serie di tele inedite nate – come spiega l’artista – per cancellare delle scritte fatte contro di me. Qualcuno quando feci una mostra al Chiostro del Bramante scrisse sui muri del Lungotevere qui intorno (credo anche di sapere chi sia stato!) ”Echaurren artista di regime”, falce e martello. Ed è intervenuto qualcun altro a cancellare ‘di regime’ e la falce e martello… quindi rimase solo Echaurren artista. Mi è piaciuto l’intervento di quello che ha cancellato… Io non sono per le affermazioni apodittiche e le scritte murali tendono a essere apodittiche… Ce ne sono di creative e bellissime, ma la maggioranza sono abbastanza idiote. Quindi tutti quelle che le cancellano, in fondo, fanno bene e poi, cancellate, assumono delle forme estetiche a volte molto interessanti. Anche se devo dire che nel riprendere questa idea della cancellazione delle scritte c’è proprio la voglia di superare il muro contro muro, che le genera, e forse anche quella di superare il muro in quanto tale, la divisione in sé».

La mostra rientra nelle attività del Museo diffuso di Formello e presenta anche una serie di collage di recentissima produzione e lo ”striscione” Liberté Egualité Elettricité, realizzato per il presidio organizzato in occasione della prima udienza del processo contro Metropoliz, l’occupazione abitativa che ospita il Maam, il Museo dell’Altro e dell’Altrove.

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