Dal 18 al 26 novembre si è svolta la 34. edizione della manifestazione piemontese. Come sempre, pellicole di qualità e grandi titoli in rassegna.

Spazia nei generi, nei percorsi e nelle coordinate geografiche, come sempre, il Torino Film Festival. Giunta alla trentaquattresima edizione, la manifestazione quest’anno ha presentato in rassegna 158 film, di cui 46 opere prime e seconde. La scelta delle pellicole è avvenuta dopo che il gruppo di selezionatori, guidato dalla direttrice artistica Emanuela Martini, ha visionato oltre quattomila lavori, provenienti da ogni angolo del mondo. Insomma, come sempre, a Torino il cinema è una festa, anzi una Festa mobile, per dirla con il nome di una delle sezioni del Festival.

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L’immagine del 34° TFF (18-26  novembre) è un omaggio a David Bowie, uno degli artisti scomparsi in quest’ultimo anno ai quali è dedicata l’edizione. Curiosamente, si tratta di un’immagine di ballo, leit motiv dei più importanti festival italiani del 2016, dal passo di danza di Ryan Gosling ed Emma Stone in La La Land, film che ha aperto tra gli applausi la Mostra di Venezia, al poster dell’undicesima Festa del Cinema di Roma, con l’elegante e gioioso movimento di Gene Kelly e Cyd Charisse in una scena di Singin’ in the Rain.

Ed è proprio un film su un grande ballerino, uno degli eventi del TFF: Roberto Bolle, l’arte della danza, documentario di Francesca Pedroni che racconta la tournée dell’artista fissandone tre momenti in altrettanti luoghi speciali, Pompei, le Terme di Caracalla a Roma e l’Arena di Verona.

Quello della Pedroni è solo uno dei 73 prodotti italiani presentati quest’anno. In concorso c’era soltanto I figli della notte di Andrea De Sica, nipote di Vittorio e figlio di Manuel, terza generazione di una grande famiglia cinematografica. In Festa mobile, invece, ce n’erano diversi, a partire da Slam – Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, che annovera nel cast la madrina del Festival di quest’anno, Jasmine Trinca, passando per La felicità umana di Maurizio Zaccaro, La lingua dei furfanti di Elisabetta Sgarbi, Nessuno ci può giudicare di Steve Della Casa, Nome di battaglia: donna di Daniele Segre, Sono Guido e non guido di Alessandro Maria Buonomo e Gipo, lo zingaro di Barriera di Alessandro Castelletto.

Fra le tante produzioni internazionali presenti nel capoluogo piemontese, spiccavano tre film su tutti, che presto sbarcheranno nelle sale.

Elle, con una straordinaria Isabelle Huppert, è un thriller potente che segna il ritorno alla regia, a dieci anni dalla sua ultima, di Paul Verhoeven.

Sully è firmato da un grande maestro, Clint Eastwood, e ha un gigantesco protagonista, Tom Hanks. Racconta la storia vera del pilota Chesley Sullenberger che il 15 gennaio 2009 salvò la vita di 150 passeggeri del suo aereo riuscendo in un ammaraggio di fortuna nelle acque del fiume Hudson, a New York.

Infine, Free State of Jones di Gary Ross (nella foto), con Matthew McConaughey nei panni del soldato confederato che sul finire della Guerra civile americana fondò il Libero Stato di Jones contro la segregazione e il razzismo.