La 31. edizione del Romaeuropa Festival si è aperta mercoledì 21 settembre al Teatro Argentina con i “barbarians ” di Hofesh Shechter. In replica fino a sabato 24, il nuovo spettacolo del coreografo anglo-israeliano, che firma sia la danza che le musiche, è un trittico dal ritmo forsennato, un’indagine in tre capitoli sul rapporto tra istinto e intimità, tra la passione e la banalità del sentimento amoroso, tra il pensiero e il corpo trasportato dal suono. «Fino a “barbarians” il 95 per cento dei miei lavori avevano un qualcosa di politico – ha sottolineato Shechter in occasione della presentazione dello spettacolo alla stampa – non avevo ancora esplorato la passione e ho voluto vedere cosa accade tra un uomo e una donna, un uomo e un uomo, una donna e una donna quando ci si allontana dalla dimensione politica». «Nell’opera di ogni artista c’è sempre qualcosa di autobiografico – ha continuato il coreografo – perché noi artisti siamo ossessionati da noi stessi».
«Lo spettacolo si divide in tre momenti – ha spiegato Hofesh – tre diversi tipi di energie». Nella prima pièce, “The barbarians in love”, sei interpreti vestiti di bianco si muovono come un corpo solo sulla partitura barocca di François Couperin, “Les Concerts Royaux”, in dialogo con le musiche elettroniche e rock, scritte e composte dallo stesso Shechter.
Nella seconda parte, l’autore fonde la dimensione urbana con una nota intima dal retrogusto fantascientifico, confermando di saper accostare l’aspetto ludico e provocatorio alla dolcezza e al mistero. È l’esplosione del groove dubstep in “tHE bAD”, che cambia repentinamente il ritmo della coreografia e mette in gioco cinque danzatori sulla partitura musicale composta dal coreografo con incursioni barocche e brani rap (Mystikal, Pussy Crook).
Sullo stesso confronto musicale, questa volta aperto al compositore sudafricano Abdullar Ibrahim, chiude la trilogia il duo “Two completely different angles of the same fucking thing”: il rapporto amoroso tra un uomo e una donna fuori da qualsiasi clichè, che porta ancora una volta Shechter su binari inesplorati nel segno della piena libertà artistica.
Dopo “barbarians”, il Romaeuropa Festival, domenica 25 settembre alle ore 12 al Laghetto di Villa Borghese propone “Maritime Rites” (Riti Marittimi), il concerto galleggiante di Alvin Curran con la Banda della scuola popolare di Musica di Testaccio ad accesso gratuito; il 27 e 28 ottobre, al Teatro Argentina, “OCD Love”, intrigante crescendo di sensualità su musica elettronica della coreografa Sharon Eyal; il 30 settembre e il 1° ottobre, “Passione” di Emio Greco con il Ballet National de Marseille; quindi, a Villa Farnesina dal 29 settembre al 1° ottobre, Sabina Meyer con “Ninfa in Lamento”, spettacolo in bilico tra musica contemporanea e prassi barocca. Allenamento per la battaglia finale, di Lina Prosa, in scena il 29 settembre a Villa Medici.