In attesa di poter recitare per il regista premio Oscar, l’attrice romana racconta il suo momento d’oro. La recente fiction Rai “Lampedusa“, quella in lavorazione ispirata al romanzo “I Bastardi di Pizzofalcone”… e l’amore per il musicista Dave Mellish.
Non si risparmia Carolina Crescentini, è un fiume in piena che ti travolge col suo entusiasmo. Bella, bionda, alla mano, l’attrice romana, classe 1980, si concede alla curiosità dei giornalisti in occasione della presentazione di Lampedusa – Dall’orizzonte in poi, fiction di Raiuno con Claudio Amendola, dove interpreta il ruolo di Viola, responsabile di un centro di accoglienza per i migranti. «È il personaggio più tosto che abbia mai interpretato – racconta – e si ispira a una donna vera, per altro somigliante a me nel fisico, anche se ha un anno di meno!».
L’hai incontrata?
Certo, è una con un cuore gigantesco che riesce a essere solare anche nelle tragedie e gestisce in modo incredibile lo spaesamento e l’agitazione dei migranti appena sbarcati. si confronta con il dolore, il sovraffollamento, il lutto, la solitudine. Pure la sua perché questi operatori umanitari alla fine si ritrovano da soli in uno scoglio nel Mediterraneo.
Come è stato l’impatto con l’isola?
Premesso che prima di girare mi sono documentata leggendo di tutto e vedendo le immagini shock che viaggiano su youtube, anche girate dai sopravvissuti agli sbarchi, quando entri a Lampedusa è lei che ti invade. Ci sono stata venti giorni e ho insistito per viverla sul serio. Io non sono un’attrice da “portatemi un caffè”, nei ruoli mi ci calo con tutta me stessa. Ho visto gli sbarchi, il centro di accoglienza, parlato con i diseredati. Mi hanno colpito i bambini che nonostante tutto restano bambini, e le donne, dignitose, piene di speranza. È un’esperienza che mi ha cambiata.
Cosa intendi dire?
Che è inutile andare in un salotto televisivo e accavallare le gambe per parlarne, se non sei stato lì. Quando vai, e non in vacanza che non è la stessa cosa, e ti confronti con la realtà, capisci un sacco di cose che altrimenti non puoi nemmeno concepire. E ti rendi conto di quanto noi occidentali siamo fortunati.
Nel frattempo sei impegnata su un altro set.
Già, quello della fiction Rai ispirata al romanzo I bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni. Faccio il magistrato, anche per questo ruolo mi sono interrogata sulle tragedie con le quali persone così si confrontano quotidianamente, devono denunciare crimini, uccisioni motivate dalla psicopatia o da altro. Comunque le assorbono, se le portano a casa, con ovvie conseguenze.
Sul lavoro va a gonfie vele e in amore?
Anche, la storia con Dave Mellish va alla grande (l’attrice ha postato su Instagram vari scatti della vacanza fatta con il musicista californiano a fine luglio sull’isola di Ponza, ndr).
Ma avrai avuto anche momenti difficili.
Come tutti, il mio lavoro è fatto pure di questo: su dieci provini che fai due vanno in porto, gli altri no. È un mestiere fatto anche di rifiuto e di fortuna.
Esserti diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia ti ha aiutato?
Nel senso che mi ha dato professionalità e disciplina. Se stai lì nove ore al giorno non hai tempo di fare la matta come i tuoi coetanei ventenni, devi darti una regolata. E poi aver frequentato il Centro mi ha regalato un gruppo di amici che ancora vedo con i quali condivido la stessa passione.
Ti imbruttiresti per un ruolo?
Assolutamente sì!
Hai frequentato il cinema di Los Angeles: con quale regista hollywoodiano ti piacerebbe recitare?
Tra i tanti losangelini ne cito due: David Lynch e Paul Thomas Anderson (uno dei registi più apprezzati del cinema americano contemporaneo, ndr).
Li hai conosciuti?
Direi di no, l’unica volta che ho incontrato Lynch gli sono arrivata vicino e poi non sono riuscita a rivolgergli la parola.
E in Italia?
Premesso che per Paolo Sorrentino farei anche la comparsa (ride, ndr), mi piacerebbe lavorare con Silvio Soldini perché penso che diriga le donne molto bene. Con Paolo Virzì, perché saprebbe far recitare anche un armadietto. E, da romana de Roma, con il mio concittadino, il grande Carlo Verdone.