Non compare nel concorso principale ma sulla Croisette il cinema nostrano è presente. Con ben otto titoli fra Un certain regard, Quinzaine e Semaine. E registi come Bellocchio e Virzì.

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I­­­­l cinema nostrano non sarà in concorso nella selezione ufficiale ma anche quest’anno al 69° Festival di Cannes si parlerà italiano. Alla 48. selezione ufficiale di Un certain regard partecipa Pericle il Nero, terzo lungometraggio di Stefano Mordini (Provincia Meccanica, Acciaio) tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino. Un noir interpretato da Riccardo Scamarcio, qui nei panni del Nero, quello che, per dirla con le sue parole “di lavoro faccio il culo alla gente” per conto di Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore e fa scattare la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, incontra Anastasia, che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Come nelle migliori storie, il Nero non potrà però sfuggire all’infinito dal suo passato e dai suoi errori.

È nella sezione Quinzaine des Realisateurs – parallela a quella ufficiale del Festival, che si svolge dal 1969 ed è organizzata dalla SRF – Société des Réalisateurs de Films – che i registi italiani fanno sentire la loro presenza con una tripletta interessante.

Marco Bellocchio apre la rassegna con Fai bei sogni, pellicola tratta dal romanzo di Massimo Gramellini, fino all’ultimo momento in odore di concorso ufficiale. Nel cast Valerio Mastandrea, l’attrice francese Bérénice Bejo (The Artist e premio miglior attrice nel 2013 con Il passato), Fabrizio Gifuni e Guido Caprino. Il film – tratto da un best seller, quindi molto atteso – racconta di segreti e solitudini, di un uomo cresciuto senza madre e del suo percorso di riscoperta di sé. Uscirà nelle sale a dicembre.

Ci sarà poi Paolo Virzì con La pazza gioia, in cui, accanto a Micaela Ramazzotti recita Valeria Bruni Tedeschi, attrice molto amata in Francia. In sala già dal 17 maggio, il film è un’avventura emotiva e folle, in cui il disagio mentale sa di libertà e i toni leggeri della commedia ben raccontano la pena di vivere. Virzì racconta che il film è nato vedendo camminare per mano le due attrici, una barcollante sui tacchi in mezzo a un prato, durante le riprese de Il capitale umano, e che questa immagine di disequilibrio lo ha ispirato.

Terzo italiano alla Quinzaine è Fiore di Claudio Giovannesi (Alì ha gli occhi azzurri). La pellicola è ambientata in un carcere minorile, che diventa non solo un luogo di non libertà, ma di non amore: un luogo in cui Josh e Daphne, entrambi dentro per rapina, cercano e trovano un amore che sfida le inferriate, i pregiudizi, le regole. Nel cast, oltre ai giovanissimi Daphne Scoccia e Josciua Algeri, ancora Valerio Mastandrea, che quindi è presente al Festival con una doppietta. Nel film recitano esordienti assoluti e vere guardie penitenziarie. Uscirà a fine maggio nelle sale italiane.

Quattro titoli che ben rappresentano il nostro paese, spaziando per generi e temi, ma raccontando storie ricche di emotività, ricerca interiore, desiderio di libertà.
In gara nella Semaine de la Critique I tempi felici verranno presto di Alessandro Comodin (L’estate di Giacomo) e tra le proiezioni speciali fuori gara il documentario L’ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan.

Allo Short Film Corner il corto di produzione italiana Il silenzio di Farnoosh Samadi Frooshani e Ali Asgari partecipa alla competizione per la Palma d’oro del cortometraggio, che sarà assegnata dalla giuria guidata da Naomi Kawase. In gara dieci film da Europa, America Latina, Asia e Africa.

Un altro italiano concorre per la Cinéfondation – diciotto i film in gara, tutti realizzati nell’ambito delle scuole di cinema – La santa che dorme di Laura Samani del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Non c’è la corsa alla Palma d’Oro, ma sicuramente il cinema italiano ha anche quest’anno la possibilità di farsi notare dal mercato internazionale del Festival di Cannes.